We can be Heroes (for ever and ever) ovvero I Muri di sempre

30 anni fa il Cielo sopra l'Europa aveva le medesime caratteristiche odierne: pianeti in Capricorno e Scorpione e lo stesso Marte in Bilancia, allora come oggi. Questo non significa nulla da un punto di vista astrologico, ma ribadisce che i Muri sono ancora tanti da abbattere. 12 anni prima (nel 1977), David Bowie scriveva uno dei suoi più grandi successi planetari: Heroes. Narra la leggenda che gli studi di registrazione si trovavano a poche centinaia di metri dal Muro di Berlino e il Capricorno Bowie affacciandosi alla finestre degli studios ebbe una visione: due amanti sotto il Muro che baciandosi sentivano "le pallottole fischiare sopra le loro teste" (traduzione libera e selvaggia)

 ...I can remember  Standing, by the wall  And the guns shot above our heads And we kissed, as though nothing could fall And the shame was on the other side Oh we can beat them, for ever and ever Then we could be Heroes, just for one day....

Esattamente 10 anni dopo Bowie diede una "spallata" al Muro esibendosi da entrambe le parti, forse aiutato dal suo energico Doppio. Sotto le dichiarazioni dopo quel concerto: «Era come un grande concerto diviso dal Muro», ha detto Bowie alla rivista The Atlantic. «Sentivamo applaudire e cantare dall’altra parte gli abitanti di Berlino Est: Dio, anche adesso mi sento soffocare, mi si spezza il cuore, non ho mai fatto niente del genere nella mia vita, e credo di non poterlo più ripetere. Quando abbiamo suonato Heroes mi sono sentito davvero come stessi cantando un inno o una preghiera». Era il 1987 quando David Bowie si esibì a Berlino in una performance divenuta storica. Lo spettacolo venne organizzato in onore dei 750 anni della città. Il palco su cui si esibì l’artista era posto nel lato Ovest della città, quasi a ridosso del Muro e a pochi passi dal palazzo del Reichstag. L’artista inglese David Bowie cantò diversi brani, tra cui Heroes, pubblicato il 14 ottobre 1977. L’ha cantata quasi gridandola, consapevole che dietro a quel confine, anche se non potevano vederlo, lo sentivano gli abitanti della Berlino Est che si erano accalcati per poter essere in qualche modo partecipi dell’evento. Quello di Bowie fu un vero e proprio messaggio di unità e speranza.