Ancora sul Labirinto

Uscire dal labirinto è più facile che raggiungere il Centro?

Questo dilemma è risolvibile rifacendoci al labirinto di Cnosso, dove Teseo deve ricorrere al filo rosso di Arianna per ritrovare la via del ritorno, altrimenti impossibile. Anche negli altri labirinti dell’antichità non sembrano esservi particolari indicazioni riguardo al Centro o a come uscirne. Tutti dovevano smarrirsi e morire. Man mano che l’umanità si sposta dalla regione dell’Intuito a quella della Ragione, il labirinto diventa non più un fatto fisico, ma assume significati simbolici rappresentati anche graficamente (ad esempio a Ravenna nella basilica di S.  Vitale). Il centro del labirinto diventa il supremo spingersi verso la perfezione. Non è più il corpo che deve cimentarsi tra la neve come Jack Torrance, ma è l’anima, la psiche che attraverso l’esercizio simbolico del labirinto deve trovare la via, la strada. Esiste un caso anomalo di uscita dal labirinto in maniera spettacolare e sanguinaria, ma possibile. È probabile che gli autori abbiano riletto attentamente la mitologia greca. Sto parlando di Westworld, dove il labirinto è simbolo di ricerca impossibile, ma radicata nel “gioco violento” dei giocatori. Non esiste un labirinto reale, concreto, ma soltanto un percorso di perdite e brutalità per raggiungere il vero Sé. L’uscita dal labirinto è il raggiungimento della consapevolezza totale in un turbinio di amore e morte, violenza e spiritualità e via dicendo. Il labirinto in Astrologia, come associazione analogica, si trova sull’asse zodiacale Pesci Vergine e Gemelli Sagittario, ma non deve essere escluso un elemento scorpionico. Lo Scorpione è in armonia di distanza in gradi sia con la Vergine, sia con i Pesci. È Segno parente del Sagittario e dista 150 gradi dai Gemelli, aspetto poco significativo comunque. Le valenze scorpioniche del labirinto sono le sue tematiche di annientamento. Nel labirinto devi morire, fisicamente per i greci, concettualmente per noi. Il labirinto è caos geometrico. Nello Scorpione il caos è rappresentato dalla natura sotterranea invisibile, potente e distruttiva che però la si può comprendere e armonizzare attraverso la sua scomposizione: la geologia, la psicanalisi, la chimica, la vulcanologia rappresentano il tentativo razionale di comprendere il caos sotterraneo (anche i Pesci cercano di comprendere il caos dell’Universo attraverso il misticismo e la sovracoscienza), così come il labirinto, attraverso le sue perfette geometrie, ci porta a raggiungere il centro, ricordandoci però che veniamo dal caos, dalla terra, dal magma, dagli elementi. L’uscita dal labirinto non può essere dunque indolore o semplice, così come non lo è la ricerca del Centro, ma diventa possibile e l’uscita da esso potrebbe rappresentare la rinascita scorpionica riferita simbolicamente all’Araba Fenice. Il prezzo è alto, ma proprio per questo si chiama Labirinto.