Ancora 348 gradi poi ho finito ovvero il mistero del Calendario Tebaico
Correva l’anno 1986 a primavera, quando d’improvviso terminai la Scuola d’Astrologia triennale del mitico e intramontabile Max Frisari. Durante quei tre anni “duri e imprevedibili” (accaddero molti fatti nella Bologna notturna), Frisari aveva accennato un paio di volte alla divisione dello Zodiaco in 360 gradi, dandoci più che altro l’informazione, ma non un argomento da studiare nel corso. Già allora mi aveva solleticato e incuriosito questa strampalata idea di assegnare a ciascun grado di ciascun Segno un destino, una visione, un simbolo, dai quali ovviamente l’essere umano non può prescindere (secondo una visione deterministica). Mi ripromisi allora di indagare su questo Calenda di Tebe. Chi li ha visti questi gradi trent’anni fa? Non c’era la Rete, non c’era uno sviluppo così ampio dell’informazione (sia astrologica che di tutto lo scibile umano) e della Conoscenza. Oggi si possono reperire diversi testi su questo aspetto dell’Astrologia, compreso quello di Peter van Wood, si possono leggere direttamente i significati dei vari gradi in molti siti Internet ecc. ecc. Questa analisi verginea dello Zodiaco è stata più volte ripresa nel corso degli ultimi cent’anni. Addirittura vi è stata una prima “moderna interpretazione” negli anni venti del secolo scorso. Cita Wikipedia: “I simboli sabiani sono 360 immagini simboliche collegate ciascuna ad un grado dello zodiaco che sarebbero stati elaborati tramite visioni della sensitiva statunitense Elsie Wheeler, in collaborazione con l'astrologo Marc Edmund Jones, negli anni venti”. Successivamente Dan Rudhyar, grande amico di Alice Bailey, incontra Marc Jones che gli dona una copia “ciclostilata” del suo lavoro sui gradi dello zodiaco. Nel ‘53, Jones pubblica I simboli sabiani in Astrologia e Rudhyar comprende che (allora si stava interessando alla lettura di Jung) questi simboli hanno una profonda corrispondenza con la psicologia del profondo, tenuto conto che erano stati ottenuti sotto dettatura o in modo visionario da Elsie Wheeler, una medium spiritualista confinata su una sedia a rotelle a causa di una artrite reumatoide. Rudhyar dunque inizia a scrivere “Il ciclo delle trasformazioni”, reinterpretando in chiave archetipica i 360 gradi, considerandoli fasi basilari dell’esperienza umana. Altri famosi ri-lettori o re-interpretatori del Calendario sono Pitois, Janduz e altri testi come la Volasfera riprendono rivisitandolo, il Calendario Tebaico. Attraverso il sito belysario.net, sto scrivendo post legati, appunto, ad ogni grado dello Zodiaco e lo sto facendo basandomi esclusivamente (o per lo meno in larga maggioranza) sui numeri particolari che appaiono in quel giorno tra i gradi dei pianeti nello Zodiaco senza consequenzialità da Ariete a Pesci. Finora ho analizzato soltanto 12 gradi di vari Segni, cercando di riprendere sia l’astrologia classica, sia quella moderna di Rudhyar e mescolando anche il Libro dei Mutamenti, visto che lo stesso Rudhyar afferma che i simboli sabiani si possono leggere come L’I Ching. Raccogliendo gli altri 348 gradi, di cui scriverò prima che il gallo canti, si potrà avere un contributo originale da pubblicarsi quando non ci sarà più la carta, quindi sperando di vivere a lungo per terminarlo (o va bene anche post mortem, tipo opera incompiuta). Ho osservato inoltre che gli Astrologi che si addentrano in questo ramo oscuro dell’Astrologia probabilmente hanno compreso che il principio di causa effetto non può funzionare e che i pianeti sono in realtà simboli del nostro rapporto con il profondo e non tanto (ma soprattutto non solo): Giove passa sul mio Segno!! Oddio come divento ricco e felice!