Sagittaire

In onore di vari compleanni sagittariani, (amici, amiche, parenti larghi e stretti) rifletto nuovamente su questo Segno:

La natura duplice del Centauro è estrema come quella dei Pesci. Nei Pesci, due pescetti vanno in opposte direzioni e nel Sagittario ci domandiamo quanto sia distante lo zoccolo che picchia sulla terra, dal Cielo verso cui parte la freccia della Conoscenza. Il leit motiv della conciliazione delle due nature è superato, poiché “chiudere gli occhi” di fronte al sé  o all’Ego è una totale idiozia. Troviamo nel mondo, varie “tipologie” di questo Segno che non sto a descrivervi perché si leggono persino nei brevi trattatelli mediatici di Paola O’, ma mi soffermerei su un particolare destino che permea il Segno. Vediamo sempre due possibilità: la prima è che, grazie appunto al fato insito nel Sagitta, ci ritroviamo talmente ricchi dal punto di vista materiale (e non parlo solo di denaro), da dimenticare totalmente la Conoscenza, offuscati dalla bellezza e dalla magnificenza del mondo che abbiamo trovato (o costruito). La seconda (quantitativamente più probabile) è che cerchiamo sì di godere degli agi materiali fin dove è possibile, ma dentro, all’interno, nel sogno, nell’anima o dentro uno “scatolone della ricapitolazione”, un tarlo ci rode. Una brezza leggera prima ci scuote, poi diventando un vento veemente, fa uscire la domanda: Tutto qui? Questa è la magia della vita? Come faccio ad arrivare là dove la freccia punta? Non è una sensazione primordiale come “Penso, dunque sono”, ma è già oltre all’essere e al pensiero. E’ la ricerca di qualcosa che avvertiamo, una sorta di Matrix in cui inconsapevolmente stiamo vivendo. La ricerca del Sacro Graal del Sagittario avviene sempre negli ambiti di una concezione filosofica della vita, quindi speculativa, per questo “vedere l’alba dentro l’imbrunire” è sfida che appartiene ai figli di Zeus.

Buon compleanno a tutti i Sagittari!!